sabato 28 luglio 2012

Per non dimenticare

Non ricordo nemmeno ormai quante sono le volte che mi è presa questa cosa. Stanchezza, svenimento, sudorazione, affanno. Questa battaglia che ogni volta combatto dal mio letto, per trenta/quaranta giorni. Questa paura di non farcela, questa "questa volta mi sa che è l'ultima" per la paura che mi attanaglia il respiro.
E ogni volta mi sembra peggio della precedente. 
E allora scrivo. Scrivo per non dimenticare come sono stato questa volta e per trovare conforto le prossime volte nelle parole di sconforto di oggi. Per rendermi conto che ogni volta non peggioro, ma che ogni volta è più o meno uguale alla precedente, e che, per fortuna, nel frattempo dimentico il dolore, la stanchezza e lo sconforto.
Mentre scrivo sono nel letto, non nel letto di casa mia che non sopporto più e non mi fa riposare, ma nel letto medicale di mia suocera, di quelli che si alzano e si abbassano con un pulsante e che ti permettono di avere un pò di pace e respiro nelle nottate insonni, quelle in cui un singhiozzo che non se ne va, si aggiunge all'acido che mi sale, al dolore dietro il collo e alle mille altre rotture di scatole che mi perseguitano impietose. 
Ho ordinato un materasso nuovo per casa, me l'hanno portato ma è troppo rigido. Per fortuna mi hanno detto che me lo cambieranno.
Oggi è stata una giornata infernale. Una delle tante nelle ultime tre settimane.
Mi sono svegliato presto perchè dovevo trovare la forza per lavarmi, vestirmi e arrivare a fare le analisi del sangue e vedere questi globuli bianche come stanno. Mi sembrava di stare meglio. Arrivo in un lago di sudore e affanno alla asl. Colazione al bar e una passeggiatina per dimostrare a me stesso che ce la posso fare. Sudo, sudo tantissimo e l'affanno sale.
Torno a casa perchè nel frattempo Roma si scalda. Ci saranno 40 gradi fuori.
Mi sento malissimo. Non ce la faccio a stare in piedi. Credo di svenire. Mi si appanna la vista, sento una pressione incredibile dietro la nuca e perdo l'equilibrio. Le mie mani sono calde (stranamente non fredde), la sinistra è di nuovo addormentata e la destra anchilosata e mi si accavallavano le dita. Ho paura.
Dico frasi senza senso per la paura, paura di morire.
Nel pomeriggio va meglio. Piano piano mi riprendo, ma rimango a letto. Non ce la faccio comunque ad alzarmi, perchè se mi alzo sbando.
E un'altra "botta" è passata.